L'escursione
proposta - con caratteristiche riportate nel profilo altimetrico - si
sviluppa lungo tranquille sterrate e stradelli campestri accessibili a
tutti, offre inconsueti scorci sul boscoso versante E del Subasio.
L'intero itinerario è caratterizzato dalla presenza di poderose querce,
la cui funzione è dovuta principalmente alla natura argillosa delle
colline che si affacciano verso il Fiume Topino. Sono state piantate e
curate dall'uomo sin dai tempi degli Umbri: sono cultura, non solo
natura. Quando cadono le foglie, tra i rami spogli sarà facile notare
la presenza del "ramo d'oro": il vischio con i suoi frutti
dorati, simbolo di luce e di vita che si rigenera. Trattandosi di una
pianta parassita senza radici in terra si diceva che, discesa dal cielo,
fosse emanazione divina. I Celti chiamavano il vischio "quello che
guarisce tutto".
Questa pianta misteriosa rappresentava l'elemento centrale di un
complesso cerimoniale che si teneva durante i riti legati al solstizio
d'inverno. I Druidi - sacerdoti e vati degli antichi Celti - lo
raccoglievano con un falcetto d'oro ed evitavano che toccasse terra;
l'acqua nella quale veniva poi immerso il vischio, era ritenuta un
efficace antidoto contro malefici e sortilegi. Ancora oggi è di buon
auspicio regalare per capodanno un rametto d'oro da appendere dietro la
porta di casa. Per gli scettici: male non fa! Consigliato abbigliamento
comodo e calzature adeguate a una gita in montagna.
Munirsi di zainetto contenente qualcosa da mangiare e da bere,
giacchetto antipioggia, bussola e altimetro, Carta dei Sentieri del
Monte Subasio in scala 1:20000 del C.A.I. sezione di Foligno, binocolo
per gustare i panorami e macchina fotografica per chi vuol ricordare.
In automobile: da Piazza Matteotti (445 m) si sottopassa Porta Perlici
imboccando la SS 444 (del Subasio) in direzione Gualdo Tadino. Percorsi
circa 500 m si lascia la SS 444 e si prende a ds la SP 249 (indicazioniCosta
Trex - Armenzano). La stretta strada asfaltata, in leggera e costante
salita, conduce alle poche case di Costa Trex (573 m - 5 km), quindi ad
Armenzano (759 m - 10 km). Qui si lascia la SP 249 e si prosegue sulla
sinistra. Dopo aver lambito le mura del castello, si prosegue ancora a
sin in discesa.
Oltrepassato il piccolo cimitero ombreggiato da cipressi si giunge a una
sella, la Croce di Armenzano (627 m - 11.5 km da Piazza Matteotti ) -
punto di incrocio fra numerose strade e sentieri - riconoscibile per la
presenza di una edicola campestre in mattoncini e di una caratteristica
torre colombara. La sella rappresenta lo spartiacque tra il Fosso
Cavaliero (N-W)tributario del Torrente Tescio, e il Fosso dell'Anna
(S-E) affluente del Fiume Topino.
Itinerario: dalla Croce di Armenzano (627 m) si inizia a camminare (E)
lungo la sterrata e percorsi pochi m si giunge a un bivio dove si prende
a ds in leggera salita.
Fiancheggiata la torre colombara si prosegue lungo la tranquilla
sterrata. Verso ds la vista si apre sull'ampia testata del Fosso
dell'Anna e sul versante orientale del Subasio, inciso profondamente da
numerosi fossi.
Si giunge a Falcioni Alto (684 m - 20 min dalla partenza), segnalato da
alcuni manufatti - abitazioni e ricoveri per animali - in stato di
completo abbandono.
Qui prendere sulla sin e dopo pochi m piegare a ds. Attraversata una
recinzione metallica si prosegue (N-E) su pista erbosa tra campi incolti
che porta a una sella tra due modesti rilievi. Sul piccolo colle sulla
sin (700 m) - delimitato a valle da un muro di pietrame a secco - sono
stati individuati i resti di una villa rustica di epoca romana, di cui
non resta traccia visibile in superficie all'infuori di numerosi cocci
sparsi e di alcuni blocchi squadrati. Davvero deludente l'attuale
presenza di caminetti in cemento, che forse anticipano future
discutibili "fruizioni" turistiche. Tornati al bivio di
Falcioni Alto (15 min per andare e tornare) si prosegue a sin (S-E) con
alcuni saliscendi. La sterrata si snoda lungo il diaframma che separa la
testata del Fosso dell'Anna (a ds) da quella del Fosso il Rio (a sin)
entrambi tributari del Fiume Topino, mentre tutt'intorno è il tipico
paesaggio umbro che si manifesta in tutta la sua armonia: minuscoli
borghi, isolati casolari, boschi, coltivi, querce camporili: da gustare
in tutta calma. Mantenendo la direzione principale si giunge
all'incrocio di Casurci (701 m - 25 min da Falcioni Alto), minuscolo
borgo agricolo. Qui si trascura la direzione principale e si piega verso
ds in salita, aggirando il colle della Solfea. Sulla sin la vista si
allarga sull'Appennino Umbro-Marchigiano con il tozzo massiccio del
Monte Pennino (E) e i Monti di Gualdo Tadino (N). Superato un valico
(720 m) la strada inizia a scendere mentre sulla ds riappare il Monte
Subasio. Al bivio successivo trascurare la direzione principale e
piegare sulla ds: una sconnessa sterrata in discesa tra vigneti e
roverelle conduce alle poche case di Vallemare (660 m - 15 min da
Casurci).
Il toponimo, davvero singolare tra i contrafforti del Monte Subasio, ha
dato adito a diverse interpretazioni e leggende, la più verosimile la
fornisce Arnaldo Fortini: "nel 969 tutta una popolazione fu
trapiantata dalla terra di Puglia al tempo di Pandolfo Testadiferro -
duca di Spoleto - il quale, al comando dell'esercito imperiale di Ottone
I vinse e sottomise Saraceni e Bizantini in quella regione".
Forse questo richiamo al mare tra questa valle, fa ricordare quella
gente. Inoltre la presenza di cognomi con prefisso "de" oppure
"di" - inconsueti rispetto ai cognomi "genitivi"
della zona - potrebbe rappresentare un'altra esile conferma. Si prosegue
in discesa andando subito a sbucare sulla stretta strada asfaltata
proveniente da Valtopina.
Qui prendere a ds giungendo all'abitato di Colle Silvo (544 m - 10 min
da Vallemare), già visibile in lontananza.
L'ameno panorama circostante invita il viandante a una meritata sosta.
Tornati indietro per alcune decine di m, in corrispondenza di una curva
a ds imboccare sulla sin (N) uno stradello in discesa che inizia a
girare intorno alla boscosa testata del Fosso dell'Anna, vigilata
dall'alto dal castello diArmenzano.
Oltrepassata la piccola incisione del Fosso di Colle Silvo, a un
incrocio proseguire diritto in discesa (N) quindi si traversa il Fosso
Cacciaragani (490 m) che costituisce il ramo sin del Fosso dell'Anna.
Si prosegue sul versante opposto con ripide svolte in salita,
costeggiando una recinzione. Poco dopo il sentiero rimpiana: sulla sin
vasti campi con alberi da legno e radi filari di viti maritate. Si passa
attraverso un vallo
costituito da due roverelle affacciate fra di loro, quella di sin è
imponente e appare completamente avvolta fino alla chioma da un tenace
rampicante, che si diparte da un tronco anch'esso di notevole
dimensioni.
L'edicola della Croce di Armenzano (627 m -40 min da Colle Silvo) è lì
a due passi.
Una Vallemare quassù proprio è proprio una sorpresa!
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